In questo post, vogliamo circumnavigare insieme a voi la penisola salentina, salpando solo sulle spiagge di sabbia: quelle più conosciute e quelle meno; le bianche e le nere (il colore dei granelli dipende dalla tipologia di minerali presenti); fini o ciottolose (in base al grado di erosione della roccia).

La nostra spedizione in mare, perciò, ricorderà un po’ quelle di Cristoforo Colombo, Vasco De Gama e gli altri, perché anche se non ci farà scoprire nuovi continenti, ognuno ne trarrà indicazioni preziose, che magari prima ignorava, per la prossima vacanza in Salento. La rotta che seguiremo sarà da nord-est a nord-ovest, dal litorale di Lecce a quello di Porto Cesareo, solcando prima l’Adriatico e poi lo Ionio. Pronti?

Le spiagge di Lecce

Ad inaugurare i 20 chilometri di litorale esclusivo della città barocca, è Torre Rinalda, che prende il nome dall’antica struttura d’avvistamento, voluta da Carlo V contro i Saraceni, oggi ridotta ad un rudere. La segue Torre Chianca, antico borgo di pescatori che spicca per il campo di girasoli ai piedi della torre alta quasi 20 metri, mentre i suoi bacini (Idume e Fetida) fanno parte del “Parco naturale regionale Bosco e Paludi di Rauccio”. Tocca, poi, a Frigole esibire i suoi tesori, come i 100 ettari di dune sabbiose che orlano il bacino di Acquatina. “beati gli ultimi che saranno i primi”, si dice, ed infatti in coda a tutte è San Cataldo, però considerata la marina dei leccesi per eccellenza, perché la più vicina al centro urbano. Lì, il faro guarda al piccolo porto e ai rinomati stabilimenti balneari di Lido York e Lido Turrisi.

Il faro di San Cataldo

Le spiagge di Melendugno

Le caratterizza una “convivenza pacifica” tra sabbia e scogli. La prima che si scorge, dopo il litorale leccese, è San Foca, dove la bianca spiaggetta è guardata, dall’alto in basso, dal famoso “Scoglio dell’otto” (detto così dalla particolare forma). Ha un che di romantico, invece, Roca Vecchia con la sua “grotta della Poesia”, anzi i due antri carsici dove sono state ritrovate antiche iscrizioni messapiche. In coda, Torre dell’Orso è nota per le “due sorelle”, quei faraglioni che sono i “padroni” dell’insenatura, presenti anche a Sant’Andrea, la cui pineta s’intreccia con quella dell’oasi protetta degli Alimini.
Torre dell'orso (LE)

Le spiagge di Otranto

Il suo litorale sud, Porto Badisco (famosa per la Grotta dei Cervi) e Conca Specchiulla, offrono spiaggette di sabbia alternate alla scogliera, ma il lungo manto di granelli dorati ricopre soltanto la zona degli Alimini, fino alla Baia dei Turchi (leggendaria, dove si pensa siano sbarcati i Turchi nel 1480, anno del tragico eccidio perpetrato). Qui siamo a nord di Otranto, distanti circa 7 km dal centro urbano, e guardandosi alle spalle si notano solo ettari ed ettari di pineta, oltre alla macchia mediterranea che decora le dune, i depositi di sabbia trasportata dal vento.
Alimini (Otranto)

Dopo una lunga corsa ad ostacoli, rappresentati dalle scogliere che si susseguono lungo il versante orientale a sud di Otranto, eccoci giunti a Santa Maria di Leuca, estrema punta meridionale del Salento. Fermiamoci a riposare un po’ sulla sua unica (per il resto, domina la frastagliata scogliera) e piccola spiaggia che costeggia il lungomare. Siamo solo a metà del nostro viaggio che sta per ripartire, risalendo la costa in direzione nord-ovest, dove le spiagge di sabbia, affacciate sullo Ionio stavolta, sono molto più numerose.

Il litorale occidentale salentino, quello sabbioso, comincia a Torre Vado (marina di Morciano di Leuca), con i ciottoli e i granelli dorati che si distribuiscono per 1 km circa. Se, in mare, vi aspettano le pozze di acqua sorgiva, per un bagno davvero rinfrescante, fuori dall’acqua vi terranno compagnia, lungo il sentiero di terra rossa, le dune punteggiate da gigli marini e canneti.

 Le spiagge di Salve

In ordine: Pescoluse, Posto Vecchio e Torre Pali. Ognuna con la sua peculiarità, certo, ma le tre sono accomunate dalle Bandiere Blu (assegnate dalla Fee, Fondazione per l’educazione ambientale) che sventolano, anno dopo anno, in prossimità delle loro acque, così come le 5 Vele di Legambiente, riconoscimenti prestigiosi alla pulizia dei litorali ed alla qualità dei servizi offerti ai bagnanti. Non è un caso, infatti, che le tre località balneari di Salve abbiano lo stesso “soprannome”, quello di “Maldive del Salento”, proprio per via delle sfumature caraibiche ed oltreoceaniche del loro mare che abbraccia una lunghissima distesa di sabbia fine. Della scenografia spettacolare, fan parte anche le dune, le acacie, i canneti, la macchia mediterranea.

 

Le spiagge di Ugento

Uno “strascico” di sabbia lungo ben 14 chilometri. La prima località che s’incontra, risalendo verso nord-ovest, è Lido Marini, che fa bella mostra delle sue spiagge di sabbia, libere o attrezzate, per ben 2 km, mentre ad incorniciarle ci pensano il rosmarino ed altre piante caratteristiche del posto. Sua vicina di casa è Torre Mozza, dove la formula è la stessa, completata da bacini salmastri e uccelli acquatici. Infine, la regina delle marine di Ugento, Torre San Giovanni: spiagge ampie e lunghe, uniche nel panorama salentino, spalleggiate da fitte pinete e da dune ricamate da ginestre spinose, tamerici ed altre piante.

Torre San Giovanni

Prima di approdare a Gallipoli, però, non dimentichiamo, per chi desiderasse starsene tranquillo, la spiaggetta di Mancaversa (marina di Taviano): una piccola oasi di sabbia incastonata nella scogliera.

Le spiagge di Gallipoli

Si arriva poi, finalmente, a Punta Pizzo, che inaugura quel litorale, lungo una ventina di chilometri, di proprietà della “perla dello Ionio”. Visioni incontaminate vi sorprenderanno all’arrivo, giacché la località s’inserisce nei 700 ettari circa del “Parco naturale regionale Isola di Sant’Andrea e litorale di Punta Pizzo”, istituito nel 2006. La seguono Baia Verde, nota soprattutto per essere il centro nevralgico della movida gallipolina, con i lidi attrezzati che l’affollano, e Lido San Giovanni, a solo 1 km dal centro urbano, che fa calare il sipario sul litorale sud. Bisogna, poi, spostarsi a nord, infatti, per farsi scivolare tra le dita delle mani la sabbia di Rivabella, la cui denominazione la dice lunga.

Baia Verde

L’attracco, a Porto Cesareo, è ancora lontano. Bisogna passare prima da Lido Conchiglie (marina di Sannicola) e Sant’Isidoro (marina di Nardò). Nella prima località, da ammirare non sono solo i 2 km di spiaggia, ma anche altri simboli del luogo: la pineta del Golfo delle Conchiglie e la caratteristica Montagna Spaccata. La seconda, invece, spicca non solo per la torre da cui prende il nome, ma anche per offrire l’unico tratto sabbioso sul versante neretino.

 

Su, scendete dalla nave, siamo giunti finalmente a Porto Cesareo e Torre Lapillo, le ultime spiagge di sabbia a nord-ovest. Sarà forse la stanchezza del viaggio, ma una volta approdati qui, avrete l’impressione che le due località “diano i numeri”: sono 17 i chilometri di sabbia, 27 le aree marine protette d’Italia in cui s’inserisce Porto Cesareo, 200 le specie vegetali che la abitano, distribuite fra l’Isola della Malva e l’isola dei Conigli.

Porto Cesareo

 

Dopo aver circumnavigato insieme a noi il Salento, siete ancora decisi se scegliere la costa occidentale o quella orientale? Un ultimo suggerimento: se non è un’opinione che il sole sorge ad est per tramontare ad ovest, opti per Otranto e dintorni chi preferisce lo spettacolo naturale dell’alba, mentre tramonti dalle sfumature eccezionali sono assicurati sul lato opposto.

E terminiamo questo articolo con un bel video delle spiagge più belle del Salento

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